Ringraziamo Alessandra Nenna che ha voluto regalarci una suggestiva descrizione di Torre Lapillo. Iniziamo il nostro viaggio, per ora solo d’immaginazione, verso le acque cristalline di questa imperdibile località della costa jonica. E presto il pedalò di Apulia Slow Coast solcherà proprio quelle acque…
Imprescindibile. Il mare di Torre Lapillo. Ogni anno è il mio battesimo con la bella stagione, con il sole e il verde smeraldo delle sue acque.
Per chi ha bisogno di coordinate, Torre Lapillo è una piccola frazione a pochi chilometri dal comune di Porto Cesareo, sulla costa jonica, ma se proprio decidete di farci tappa lasciate perdere la statuaria Manuela lì dov’è – sulla banchina del porto – ed entrate piuttosto nel laboratorio che è nella strada di fronte per gustarvi un vero pasticciotto della tradizione leccese.
Torre Lapillo, che da’ il nome all’antica torre di avvistamento, è una lingua d’asfalto di pochi chilometri chiusa tra gli stabilimenti balneari da un lato, e case, villette, bed&breakfast, bar e tutto-market dall’altro, che mi piace immaginare si richiudano come tante cartoline 3D all’arrivo delle prime piogge autunnali per rifiorire al timido sole di maggio – quest’anno inesorabilmente tardivo.
Un ritardo non solo climatico quello che ha colpito la costa, e che ha significato per tanti operatori uno slittamento sull’apertura dei lidi balneari. E se per un verso ha reso ancora più selvaggi e affascinanti alcuni tratti, per contro ha scontentato i tanti turisti settentrionali e stranieri che a fine giugno si stupivano di non trovare servizi e punti ristoro, se non a costo di lunghe passeggiate sulle incandescenti dune sabbiose.
Eppure l’acqua cristallina, a tratti gelida a causa delle correnti, e la consapevolezza di essere, dopotutto, in un’area marina protetta, ripagano della mancanza di qualche comodità e, diciamolo, dell’assordante musicalizzato momento dell’acqua fitness pomeridiano. Puntuale, e inutile, quanto il cannone di mezzogiorno di Edimburgo.
Foto di Domenico De Cosmo